Dentro un corso STEM per bambini: intervista con l’insegnante

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Come nasce il pensiero critico nei bambini? E in che modo scienza e tecnologia possono essere strumenti di gioco?

Abbiamo fatto queste e altre domande a Federico Lozza, insegnante del corso STEM presso Primomodo, per raccontarti dall’interno come funziona un laboratorio pensato per bambini dai 6 ai 9 anni.

Una chiacchierata ricca di spunti (e sorprese) che dimostra quanto il gioco sia il primo vero passo verso l’apprendimento scientifico.

Come un corso STEM per bambini può sviluppare il pensiero critico?

Tra le principali competenze che un corso STEM aiuta a sviluppare nei bambini c’è proprio la capacità di ragionare in modo autonomo. Lo conferma Federico Lozza, docente del corso STEM a Primomodo:

“Uno degli aspetti più importanti nell’affrontare materie STEM con bimbi in età scolare è lo sviluppo del pensiero critico e l’allenamento delle capacità di problem solving. Con questo si intende abituare gli studenti a ragionare, a farsi domande, ad affrontare le scienze e il mondo che li circonda.”

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Se da un lato le nozioni scientifiche hanno un loro ruolo, ciò che conta davvero – soprattutto tra i 6 e i 9 anni – è stimolare nei bambini la voglia di capire, sperimentare e risolvere. E il metodo Young Engineers (YE) ha un grande vantaggio:

“Le occasioni in cui i bambini sono chiamati a risolvere problemi sono momenti di gioco. Questo è uno degli aspetti migliori del metodo YE.”

Quando il gioco diventa scoperta scientifica

Solitamente pensiamo alla scienza come a qualcosa di “serio”, complesso e un po’ lontano dal mondo dei bambini. Ma chi frequenta un corso STEM a Primomodo scopre presto che è proprio l’opposto:

“È facile vedere le scienze e le abilità scientifiche come applicabili solo ad argomenti formali. Ma in realtà possono essere semplici e divertenti quanto risolvere un labirinto giocattolo o fare esperimenti scenografici con oggetti di uso comune,” spiega Federico.

Durante le lezioni, i bambini costruiscono modellini con mattoncini assemblabili, osservano direttamente i principi di causa-effetto e sperimentano liberamente:

“I bambini stessi saranno stimolati a provare ad apportare modifiche in autonomia, a osservarne gli effetti e a riprovare ancora. Così imparano davvero.”

Intuizioni brillanti: quando i bambini sorprendono

L’esperienza sul campo mostra che i bambini, se messi nelle condizioni giuste, sono capaci di intuizioni sorprendenti.

“Spesso i miei studenti sono i primi a trovare modi interessanti per modificare i propri modellini, creando pezzi decorativi o funzionali. In quei momenti si impara tutti assieme, osservando gli effetti delle modifiche.”

Col passare delle lezioni, le capacità dei bambini crescono in modo evidente:

“Iniziano a riconoscere molto più facilmente i concetti affrontati. Spesso colgono il funzionamento del modellino ancora prima di averlo ultimato.”

Sono proprio questi i momenti che rendono il percorso STEM così unico: l’apprendimento avviene in modo naturale, collaborativo e spontaneo.

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Come i genitori possono sostenere l’interesse STEM a casa

Sebbene l’apprendimento STEM richieda un contesto strutturato, anche a casa è possibile incoraggiare curiosità e spirito scientifico. Federico suggerisce un approccio semplice e diretto:

“L’unica cosa che mi viene in mente è permettere di sperimentare. Che sia tramite il gioco o con esperimenti scientifici usando materiali domestici.”

Non servono strumenti sofisticati: basta offrire occasioni di osservazione e manipolazione, come giochi di costruzione, piccole sfide logiche o esperimenti con l’acqua, la luce, i materiali.

Perché scegliere il metodo Young Engineers

Cosa distingue il metodo YE da altri approcci STEM più tradizionali? La risposta è semplice: il gioco.

“I bambini frequentano i corsi per l’aspetto ludico e, implicitamente, apprendono.”

Questo metodo non solo trasmette competenze, ma crea un’associazione positiva tra il bambino e le materie scientifiche:

“Quando saranno più grandi e dovranno affrontare la scienza in contesti scolastici, avranno un’esperienza positiva alle spalle. Questo li aiuterà ad approcciarsi con apertura e fiducia.”

In un mondo sempre più orientato alla tecnologia, offrire questo tipo di esperienze ai bambini significa prepararli alle sfide del domani… divertendosi.


 

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